Strumenti musicali nell’arte
Il tamburo nelle danze del Medioevo
di Carolina Carpentieri
Tra le poche testimonianze sul tamburo, spicca uno straordinario affresco dove compare uno specifico tamburo con sonagli, detto tamburello basco.
Si tratta della Danza delle donzelle nel giardino dell’amore che Andrea di Bonaiuto dipinse nel cappellone di Santa Maria Novella a Firenze, nel 1318. Probabilmente le cortigiane erano intente nella danza di una “carola” scandita dal ritmo del tamburo.
L’arte coreutica medievale prevedeva vari modi di danzare: in tondo, a fronte, a catena aperta. Dal punto di vista ritmico, le danze medievali si dividevano in:
- danze vivaci e saltellate (proprie dei contadini e del popolo in generale con un più accentuato sviluppo pantomimico);
- danze camminate o strisciate (proprie del ceto nobile e quindi cortigiane) nel cui ambito, sotto il profilo tecnico, individuiamo ancora due specie fondamentali per l’evoluzione artistica:
- danze “a carola” (in circolo, corali);
- danze “a coppia” (in “fronte” o in “linea”) tra cui si configura la danza di corteggiamento.
Il tamburello con sonagli detto tamburello basco è rappresentato in scene di “canzoni a ballo”, come descrive la Danza del Bonaiuti e Gli effetti del buon governo del 1338-39 di Ambrogio Lorenzetti, presente nel Palazzo Pubblico di Siena.
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