Strumenti musicali nell’arte
I mille strumenti musicali dell’inferno di Bosch e lo spartito delle natiche
di Carolina Carpentieri
Hieronymus Bosch, pittore fiammingo di straordinaria levatura, inserì la musica nel suo Giardino delle delizie datato 1480, un olio su tavola custodito nel Museo del Prado a Madrid, precisamente nella predella di destra del trittico rappresentante l’inferno e i tormenti della dannazione.
La tela, conosciuta anche come l’Inferno musicale, è caratterizzata dalla presenza di numerosi strumenti musicali, soprattutto nella zona inferiore del pannello. Questi elementi sono usati come strumenti di tortura per le punizioni carnali dei dannati, inflitte da particolari demoni-grilli e come oggetti dalla connotazione erotica, amplificata dalla presenza di menestrelli che esprimono versi licenziosi, che il pittore cerca di rimproverare, rappresentando il peccato come “musica della carne”.
Studiando attentamente la tela da vicino, è possibile scoprire parecchie sorprese, come ad esempio un uomo (o meglio il suo fondoschiena!) sulle cui natiche sono state dipinte delle note musicali. Si tratta di un vero e proprio spartito musicale, probabilmente scritto dal mostro rosa con la lingua lunga. La musica non è assolutamente celestiale ma l’opposto; chi la compone è un orrido essere e, quindi, ciò che ne può derivare non può essere assolutamente melodico.
L’ascolto, possibile grazie a un lavoro di trascrizione, interpretazione e successiva esecuzione, restituisce una musica angosciante e inquietante. I musicofili possono soddisfare il loro orecchio demoniaco andando su youtube.
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