Tempo e Musica ai tempi del coronavirus

Brevi riflessioni per continuare a parlare di Musica

Tempo e professione

di Carolina Carpentieri

È tempo di parlare di tempo? Tempo di fare i musicisti vale a dire il peso insito nella scelta di svolgere il lavoro del musicista.

Ma il nostro tempo permette questa scelta? Viviamo nell’era del tutto e subito, della minimizzazione del sacrificio, della massificazione degli spunti culturali. Il nostro è un tempo commerciale, usa e getta. Che spazio trova un individuo che passa la vita a controllare se il dito cade un millimetro più avanti o più indietro su tasto? Un folle che dedica la vita al controllo del suono, e che quando gli va bene riesce a suonare in pubblico, spesso alla mercé di un pubblico incolto e non abituato all’ascolto? È il nostro un tempo refrattario verso chi studia e pratica la musica classica o colta o pura o pesante che dir si voglia? Siamo, noi musicisti, anacronistici rispetto a un tempo che non ci accoglie?

Risposta

Ci vorrebbe tanto spazio per rispondere e tempo per aprire altre argomentazioni. Esistono sicuramente delle responsabilità politiche e delle irresponsabilità educative che hanno fatto dell’arte, e anche della musica, strade per folli. E non di questi folli eroi della società.

Quali sono le tue riflessioni su questo tema? Se vuoi condividerle, contattaci. Ci farà piacere accoglierti in SCISAR.